«Lo Spirito Santo vi insegnerà ogni cosa
e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto»
(Gv 14,15-16.23-26)
Protagonista assoluto del vangelo di oggi è lo Spirito Santo. Non da solo, però, ma strettamente unito a Gesù: solo Lui lo può donare. È il suo Spirito. Fin dall’inizio il Battista testimoniava: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: – L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo-. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio» (Gv 1,32-34). Gesù è Figlio di Dio, perché su di lui lo Spirito Santo scende e rimane. La dimora dello Spirito Santo è l’uomo Gesù. Questa presenza piena e permanente fa capire al Battista di trovarsi di fronte, non a un uomo qualunque, ma al Figlio di Dio. Dunque, la funzione propria dello Spirito è, prima di tutto, quella di rivelare Gesù come il Figlio di Dio.
Poi: «Colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura» (Gv 3,34). Solo Gesù può dare lo Spirito e darlo senza misura, perché su di Lui esso è sceso ed è rimasto. Gesù è l’Unto di Dio (in greco “Cristo”; in ebraico “Messia”) e può dare l’Unzione dello Spirito ai cristiani (1Gv 2, 20.27). Giovanni battezza con acqua, Gesù immergerà nello Spirito Santo, come in mezzo ad una quantità smisurata, senza limiti, di acque. «-Fiumi di acqua viva sgorgheranno dalle sue viscere -. Questo Egli disse circa lo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in Lui; infatti, non c’era ancora lo Spirito poiché Gesù non era stato ancora glorificato» (Gv 7,37-39). L’acqua è metafora della salvezza (Is 12,3; 55,1). Sarà radicalmente dissetato chi va da Gesù e questa pienezza sarà continua per chi crede in Lui. Dalle viscere di Gesù sgorgheranno acque sovrabbondanti per tutti gli assetati. Queste acque sono lo Spirito Santo, spiega l’evangelista. Ma, precisa, potranno essere date solo dopo la glorificazione di Gesù. Lo Spirito è il dono pasquale di Gesù ai suoi. Prima lo Spirito non è ancora disponibile per essere ‘consumato’ dai discepoli. Ora Egli è presente in Gesù, poi lo sarà nei suoi discepoli («Voi lo conoscete, perché Egli dimora presso di voi e sarà in voi»: Gv 14,17). Infatti, alla sera del giorno di Pasqua, Gesù appare ai discepoli e soffia su di loro lo Spirito (il brano è chiamato ‘la Pentecoste giovannea’: Gv 20,22). Qui Gesù adempie la promessa fatta «nel grande giorno della festa» (Gv 7,37-39). Il richiamo (tramite la forma verbale enefysesen, alitare, soffiare) è alla creazione dell’uomo (Gen 2,7: «…Il Signore soffiò nelle sue narici un alito di vita e l’uomo divenne un essere vivente») e alla risurrezione escatologica (Ez 37,9-10: «-Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti perché rivivano -. Lo Spirito entrò in essi e ritornarono in vita e si alzarono in piedi»). Il dono pasquale dello Spirito effuso senza misura fa risorgere a vita nuova e farà risorgere alla vita eterna. Nei capitoli 14-16 di Gv (da dove sono tratti i versetti del vangelo di oggi) l’insegnamento sullo Spirito viene impartito in maniera diretta e, pur non perdendo il suo rapporto con Cristo, riguarda esplicitamente la sua presenza nel cristiano. L’evangelista è particolarmente interessato a mettere in luce la funzione corroborante dello Spirito nella vita del discepolo a causa della contrastata presenza della comunità nel mondo (verso la fine del I secolo, infatti, quando viene scritto questo vangelo, erano già in atto persecuzioni accanite contro i seguaci di Gesù). «Egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (14,26): lo Spirito della verità conferma la rivelazione portata da Gesù e conduce ad una sua migliore comprensione. Lo Spirito testimonia Gesù, come Gesù testimonia il Padre. Lo stesso faranno i discepoli di Gesù: essi non annunceranno sé stessi o altre dottrine o altre persone, ma Gesù e il Padre (1Gv 1,2-3). Egli è inoltre il Paraclito perché ci libera dallo spirito di schiavitù che ingenera ogni paura, come dice S. Paolo in Rm 8,14-17: noi abbiamo ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, figli di Dio, ci abilita a gridare con tutto il nostro cuore: “Abbà, Padre!”. Invochiamo, allora, con forza, in questo giorno lo Spirito Santo che ci fa camminare nella luce della Verità e ci rende realmente liberi, figli di Dio, in Gesù.