ASCENSIONE DEL SIGNORE anno C
ASCENSIONE DEL SIGNORE anno C

ASCENSIONE DEL SIGNORE anno C

«Di questo voi siete testimoni!»

Lc 24,46-53

L’adempimento delle Scritture, preannunciato e realizzato in Gesù con la sua passione morte resurrezione, è il ritornello del capitolo 24 di Luca (vv. 7.25-27.32). C’è anche un termine chiave, sempre in riferimento all’adempimento delle Scritture: “è necessario” o “bisognava” che così avvenisse. In Gesù c’è qualcosa che “deve” necessariamente compiersi (cfr. ad es. Lc 2,49; 4,43; 9,22; ecc.). Ci si riferisce a un piano specifico del Dio biblico che deve raggiungere la sua pienezza nel ministero di Gesù e nella sua passione: si tratta della manifestazione e dimostrazione della grazia di Dio, della sua misericordia (cfr. il manifesto programmatico del ministero di Gesù in Lc 4,18-19). La misericordia di Dio si è rivelata pienamente in Gesù durante la sua vita ed è culminata con la sua liberazione dalla morte, con la risurrezione. La compassione, la tenerezza e le viscere di misericordia di Dio erano state annunciate nell’Antico Testamento (cfr. ad es. Es 34,6; Os 11,8; Sal 103,13), ma sono state rese visibili in Gesù (Lc 15).Ai due discepoli, che si allontanavano tristi e depressi da Gerusalemme verso Emmaus, Gesù si accosta e “spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui”.  Solo così ai due “furono loro schiariti gli occhi e lo riconobbero” (v. 31). La comprensione della Bibbia è indispensabile per riconoscere il Cristo che ci cammina accanto. Ma ci dobbiamo lasciar istruire da Lui, perché la comprensione delle Scritture è un suo dono, innanzitutto, prima e più che qualsiasi corso di teologia per laici o per ecclesiastici. Gli ebrei conoscevano le Scritture perfettamente, a memoria, nella lingua originale, ma non si sono lasciati illuminare da Lui, dalla sua presenza, dalla sua persona. Si deve partire da Gesù per capire la Storia della Salvezza scritta da Dio prima della sua venuta sulla terra, durante e dopo. Gesù solo, così com’è, come ci viene annunciato dal vangelo, costituisce il paio di occhiali in 3D, necessari per vedere ed entrare nella tridimensionalità di Dio.

Nei versetti 46-47 si afferma che “è stato scritto”, cioè, si è compiuta necessariamente la volontà di Dio in tutto ciò che concerne Gesù, ma anche in tutto ciò che si verificherà da ora in poi: la misericordia divina deve essere diffusa su tutta la terra. Infatti, il disegno salvifico del Padre, la sua volontà, è che ogni uomo sia salvato: “Questo è bello e gradito al cospetto di Dio, nostro salvatore: egli vuole che tutti gli uomini siano salvati e arrivino alla conoscenza della verità” (1Tm 2,3-4). La conversione (metanoia) è cambiamento di mentalità: siamo chiamati a risciacquare la nostra mente (Rm 12,2) e il nostro cuore nel sangue di Cristo per entrare decisamente nella prospettiva del Dio dalla sconfinata misericordia.

“Cominciando da Gerusalemme”: è tipico del linguaggio lucano il riferimento costante a Gerusalemme. Il suo vangelo, più degli altri, ruota attorno alla città santa. Con essa inizia e con essa finisce. Egli vuole inculcare che la novità evangelica parte, si radica ed è perfettamente inserita nell’antico Israele. Le Scritture parlano di Gesù e della salvezza da Lui portata. Il tempio è la casa del Padre suo (2,49). A Gerusalemme Egli deve morire e risorgere. Nella città santa degli ebrei scenderà lo Spirito Santo e da essa inizierà l’evangelizzazione del mondo (At 1,8).

“Di questo voi siete testimoni”: c’è bisogno di chi testimonia l’adempimento delle Scritture avvenuta in Gesù! Ma chi è il testimone? È chi afferma una realtà che altri non conoscono e spesso non possono conoscere, ma che egli ha percepito e conosciuto di persona: la sua è una conoscenza di prima mano. Questa realtà deve essere affermata: un testimone che tace, che non fa nulla per comunicare ciò che sa, non è testimone. Il testimone afferma ciò che ha conosciuto di persona. Essere testimoni non significa solo aver visto, essere stati presenti, aver capito, ma anche parlare, comunicare, darsi da fare nel luogo che ci compete: il mondo.

Gesù è cosciente che il compito affidato ai suoi è di vasta portata, sa anche che non ce la potranno fare da soli. Per questo dice: “Andate, ma non subito!”. Prima deve arrivare lo Spirito Santo, che libera da ogni paura – timidezza e abilita all’evangelizzazione (2Tm 1,7-8). Poi Gesù sale alla destra del Padre con il suo corpo. Non sarà più fisicamente presente sulla terra, se non tramite i suoi testimoni, nella potenza dello Spirito Santo con cui comincia effettivamente la vita della Chiesa.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *